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Un fiume di parole lungo il quale navigare

Aggiornamento: 2 gen 2022

Un sogno che si realizza, intervistare uno dei nostri autori preferiti: Davide Morosinotto. Dai rinomati cataloghi, ai fiori perduti, fino ad alcune strane sfolgoranti luci... Ma perché sempre quei fiumi nei suoi libri? Perché i fiumi scorrono. E portano lontano... Sono proprio adatti alle avventure!

Da piccolo leggevi tanto? Quali libri ti piacevano di più?

Sì, leggevo tanto, mi è sempre piaciuto molto. Ho cominciato con i fumetti di Topolino, poi sono passato a Giulio Verne, poi ho cominciato a saccheggiare i libri dei miei genitori, in particolare la collezione di fantascienza di mio papà (questi erano i miei libri preferiti, in particolare uno scrittore che si chiama Isaac Asimov: credo di aver letto negli anni praticamente tutto quello che lui abbia mai scritto... E si tratta di decine e decine di romanzi). 


Come mai hai deciso di scrivere romanzi di avventura per ragazzi?

Quando ero ragazzo, che ormai è parecchio tempo fa, non sapevo che ci fossero libri per ragazzi e per adulti. C'erano solo quelli che mi piacevano e quelli invece no perché erano noiosi, punto. 

Crescendo dopo aver letto tanto a un certo punto ho provato a scrivere, e anche qui, scrivevo semplicemente quello che mi piaceva.

Dato che sognavo di fare lo scrittore, spedivo spesso i miei racconti o romanzi agli editori, ma non mi rispondeva mai nessuno... Finché, un giorno, mia mamma mi ha consigliato di leggere Harry Potter. E in quel momento mi sono reso conto che tutte le storie che affollavano la mia testa erano per ragazzi. Quindi insomma non l'ho deciso io... È successo, e basta.


Sappiamo che è una domanda cruciale… ma preferisci leggere o scrivere?

Faccio davvero fatica a rispondere a questa domanda perché le due cose sono molto collegate... Ma leggere viene sempre prima, nel senso che prima di mettersi a scrivere un libro occorre leggerne molti altri, e mentre si scrive bisogna leggere ancora, e leggere ancora quando si corregge. La lettura è l'impalcatura su cui si regge tutto quanto. E poi, è divertente. Anche quando sono fuori casa, ho sempre degli ebook nascosti nel cellulare, e degli audiolibri da ascoltare in cuffia, per le "emergenze" (ad esempio la noiosissima fila al supermercato).

Abbiamo notato che in molti dei tuoi libri (Il rinomato catalogo Walker e Dawn, Il fiore perduto dello sciamano di K, La sfolgorante luce di due stelle rosse) è presente un fiume. C'è una ragione specifica?

Due cose che gli scrittori (o per lo meno: io) non scelgono mai sono le epoche e le ambientazioni dei libri. Quelle arrivano da sole, è la storia che se le sceglie e se le porta dietro. Prendiamo il Catalogo: l'idea mi è venuta quando ho avuto per le mani il vero Catalogo del 1904 (che nella realtà si chiamava Sears & Roebuck, invece di Walker & Dawn). La sede del Catalogo era a Chicago. Ho preso una piantina degli Stati Uniti, e tirando una riga in verticale ho capito che i ragazzi sarebbero partiti dalla Louisiana. "Toh guarda", mi sono reso conto che la strada passava lungo il Mississippi. Bello. Anni dopo, quando ho cominciato a lavorare alla Sfolgorante luce, ho scoperto che la fortezza di Oreshek sorgeva proprio alla fine di un fiume. La Neva. Mi sono detto che non c'era due senza tre, e infatti, è arrivato il Rio delle Amazzoni. Ma non sono esattamente cose che ho scelto io, e quindi non c'è una ragione. O forse c'è: i fiumi scorrono, portano lontano, e quindi sono perfetti per le avventure. 

Laila, Te Trois, El Rato, Eddie, Nemo, Tit, Daniel, Ashlynn, Viktor, Nadya, Julie e molti altri hanno presto conquistato una parte dei nostri cuori: come inventi i nomi dei tuoi personaggi?

I nomi dei personaggi vengono dallo studio. Vado in libreria, in biblioteca, compro tanti libri, e guardo come si chiamavano ragazzi e ragazze in un certo posto e in un certo periodo storico. Laila è un nome comune finlandese, e suonava bene anche in italiano. Te Trois è un nome comune della Louisiana di quegli anni. E così via. El Rato invece viene da un errore: in un libro avevo letto El Raton, il topo, e mi piaceva come nome, ma nei miei appunti ho sbagliato a trascriverlo e gli ho tolto la N finale. Poi una mia amica peruviana mi ha fatto notare che senza la N non significa più il Topo, ma il Momento... E mi è sembrato un segno del destino.

Perché i titoli dei tuoi libri sono sempre così lunghi?

I titoli dei libri non vengono decisi dagli scrittori ma dal titolista della casa editrice, che in questo caso è il direttore. Perciò dovreste chiedere a lui (Alessandro) o lei (Marta). 

I titoli si scelgono e si inventano in base a molti fattori... Ad esempio, quali libri sono in uscita nello stesso periodo, in modo da differenziare e non far confusione. 

Ad esempio il Catalogo una volta era "Meraviglioso", ma poi c'erano tanti altri libri che avevano "Meraviglioso" nel titolo, e quasi all'ultimo è diventato "Rinomato". 

Come scegli i posti e le epoche in cui ambientare i tuoi libri? Come fai a documentarti su di essi?

Posti ed epoche si scelgono da soli, come dicevo prima. A quel punto scatta la parte di studio. Il primo passo è costruirmi una bibliografia, cioè una lista di libri che devo assolutamente leggere. 

Per costruirla comincio da Internet (la parte più utile di Wikipedia è senza dubbio la sezione "bibliografia" che trovate proprio in fondo a ogni pagina) e alcuni amici librai che mi aiutano nelle ricerche.

Mi procuro quei libri e li studio. Da lì, passo ad altri libri. Cerco sempre degli esperti dei vari argomenti e vado a parlargli di persona. Guardo tanti film, gioco a tanti videogame con l'ambientazione giusta. Spesso prendo un aereo e vado a vedere i posti di persona, proprio un anno fa sono stato in Amazzonia. Poi studio ancora. Insomma, è la parte più lunga del mio lavoro!

Sappiamo che fai parte dell’associazione Book on a Tree. Di cosa si tratta? Che obiettivi ha?

Book on a Tree è stata fondata nel 2014 dal mio amico Pierdomenico Baccalario, che è uno scrittore famoso, ed è una squadra di scrittrici/scrittori e illustratrici/illustratori che si divertono a lavorare insieme. Ci aiutiamo a "lavorare" i nostri romanzi... E dato che l'unione fa la forza, spesso possiamo imbarcarci in progetti molto grandi che sarebbero impossibili per una persona da sola. Ad esempio scrivere intere collane di libri, o le sceneggiature per serie TV, film e  cartoni animati, o ancora storie e testi per i videogame. Io adoro i videogame!

Quando ci si trova nella fase del cosiddetto “blocco dello scrittore”, come si può ricominciare a scrivere?

Di solito il blocco dello scrittore arriva perché quello che stiamo scrivendo ha un "errore". Il nostro cervello se n'è accorto, ma noi ancora no. Sentiamo che qualcosa non funziona, e quindi, appunto, ci blocchiamo.

Per risolvere il problema bisogna scoprire qual è il problema. E il mio metodo per farlo è chiedere ai miei amici di Book on a Tree. Telefono a Pierdomenico, ad Alessandro, a Manlio o Guido, e gli chiedo una mano: "ho una storia che si è bloccata, succede questo e quest'altro, tu capisci che cosa non va?". Di solito loro me lo dicono, e io riparto. 

Molti dei nostri libri preferiti sono stati scritti da te. Ci daresti qualche consiglio per scrivere libri avvincenti come i tuoi?

Grazie mille, è un grandissimo complimento. Dunque... è una domanda molto difficile. Il consiglio serio che posso dare è di scegliere un libro che vi è piaciuto molto, e rileggerlo da capo. Ma questa volta occorre rileggerlo con occhi un po' diversi, cioè non badare tanto alla trama (che conoscete già) quanto allo stile e alla tecnica. "Perché questa scena mi piace così tanto? Ci sono delle frase belle, o magari sono i pensieri della protagonista che sono proprio come i miei? Perché questa cosa mi fa ridere, e quest'altra no?".

Cercate di capire la tecnica, e poi di ricopiarla. Chi scrive è sempre un gran ricopione. E a furia di provare a imitare tanti scrittori diversi che ci piacciono, con il tempo, si cerca di arrivare a trovare la propria voce nuova.

Per esempio: Harry Potter ha una tecnica raffinatissima per tenere sempre alta la suspense. Provate a rileggerlo e cercate qual è. Poi ditemi...


Dafne: Ma sono sette libri! Come facciamo???

 


Leggi le recensioni di alcuni dei libri di Davide Morosinotto



- La sfolgorante luce di due stelle rosse

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