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Caro diario...

Scritto e fotografato da Viola, 11 anni

Caro diario,

dopo tante richieste sono riuscita a costringere mia madre a farmi fare un lungo viaggio accompagnata solo da mia sorella per conoscere i miei nonni che, come ben sai, sono argentini e purtroppo non ho mai avuto l'opportunità di conoscere. Sono appena scesa dall’aereo che ha sorvolato il Brasile per arrivare in Argentina. Ora sono in treno per raggiungere la zona est, è buio…. Dai finestrini si vedono le luci della città che illuminano i palazzi e i loro tetti rossi. In questo momento, guardando la cittadina in cui mi trovo, vicino la ferrovia, mi sono ricordata di una frase di Jean-Paul Sartre (grande filosofo Francese):

Ho attraversato mari, ho lasciato dietro di me la città, ho seguito le sorgenti dei fiumi e mi sono immerso nelle foreste. Non sono mai potuto tornare indietro, esattamente come un disco, non può girare al contrario. E tutto ciò a cosa mi stava conducendo? A questo preciso istante.

Poi guardo il viso di mia sorella, dalla faccia non sembra preoccupata di conoscere persone mai viste, che in qualche modo, a quanto pare, fanno parte del nostro albero genealogico. Come mi immagino i miei nonni? Del resto ho visto solo delle foto di quando erano giovani, quelle che conserva mia madre… beh, io li immagino molto intelligenti, particolarmente alti (siamo tutti dei giganti in famiglia...quindi di certo non saranno bassi) ma soprattutto premurosi nei miei confronti.

Ho paura.. che io non sia come nelle loro aspettative, che non mi vogliano conoscere, e se fosse così? Se loro non volessero vedermi? Secondo te, diario? Mi vorranno? Provo a dimenticare i brutti pensieri e mi concentro sul paesaggio visto che ora abbiamo superato le Ande e siamo vicino alla campagna e il sole incomincia a farsi vedere dopo il buio pesto della notte, riesco a vedere: una grande varietà` di piante e fiori rosa, mi sembra di essere in un sogno; le nuvole sono di un colore bianco pallido, il sole e` di un giallino chiaro ma nonostante questo ha già incominciato a fare il suo lavoro: illuminare il mondo. Quando guardo il finestrino e vedo questa natura così ricca di particolari sono felice perché riesco a vederla parlare, comunicare, in modo metaforico, con le persone. Come se fosse un biglietto da visita del paese a cui appartiene. Alla fine sono felice, del resto oggi conoscero` i miei nonni, e come dice Victor Hugo: “ci sono padri che non amano i loro figli, ma non c'è nessun nonno che non ami suo nipote”.

Ciao Diario! domani ti scrivo di come è andata!

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