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  • Immagine del redattoreSara

Semplicemente freaks

Un misto di paura e luce, guerra e lucciole, esperimenti e pazzia, amore e disperazione. Quando la magia si bilancia in un equilibrio perfetto con la Roma del '43, e il diverso diventa oggetto di scambio e commercio, arriva Freaks Out, al cinema.

Sono in cinque e hanno un piccolo circo che gira l'Italia in lungo e in largo stupendo ogni giorno i bambini e gli adulti delle piazze del nostro paese: Matilde, capace di produrre elettricità e di fulminare chiunque osi toccarla, Cencio, che riesce a controllare gli insetti (e potrà sembrare una capacità inutile MA NON LO È), Fulvio, un "uomo bestia" dotato di forza sovrumana, Mario, un nano con la capacità di manipolare gli oggetti metallici, e infine Israel, che tiene in piedi l'attività, suona tutti gli strumenti del mondo... ed è ebreo.

Il che potrebbe essere un piccolo problema, nella stanca e trasudante di orrore Roma del 1943. Per i cinque del Circo Mezzapiotta, ben presto, diventerà infatti troppo pericoloso girare nella loro Italia, trasformata in un mostro dalla Seconda Guerra Mondiale. Ed è proprio quando decidono di fare le valigie e andarsene in America, che Israel viene catturato. Da chi? Dai Nazisti, o Fascisti, insomma da degli uomini in divisa che lo caricano prima su un camion e poi su un treno e lo spediscono chissà dove. Cioè, qualcuno lo sa. Ma la maggior parte di loro non è sopravvissuta abbastanza per raccontarlo.

Ovviamente, Matilde non si scoraggia e decide di andarlo a cercare. Dove, non lo sa neanche lei, visto che conosce ben poco i camion e i treni e i campi e la morte. L'unica cosa che sa è che ha dei poteri sovrannaturali e che vivere in una società diversa da quella circense sarebbe difficile, se non impossibile, per lei. E poi, Israel l'ha cresciuta. Israel è l'unica famiglia che abbia mai avuto.

Gli altri tre prendono la situazione da un altro punto di vista (ma che ci vuoi fare Matì, so' uomini!), e, senza pensarci troppo, si lasciano alle spalle il passato, la dignità e il buonsenso decidono di unirsi al Circuz Berlin, ossia la grandiosa compagnia circense tedesca comandata dal PAZZO MANIACO Franz, che attraverso la droga riesce a vedere il futuro, un Nazista con sei dita per mano che passa le giornate a suonare le canzoni dei Radiohead 49 anni prima che fossero inventate e a fare esperimenti sulla gente, convinto di poter salvare il Terzo Reich insieme a una squadra di "supereroi" con poteri sovrannaturali. Sì, quando ho scritto PAZZO MANIACO non stavo scherzando.

Solo che non è un vecchietto seppellito dentro una catapecchia nel bosco, bensì un uomo potente e pericoloso capace di uccidere le persone spaccando loro la testa a colpi di pezzi di ferro (la scena non è molto family friendly), per poi andare a farsi un tè.

Insomma, è una faccenda di routine ormai.

«Il mio non è un dono, è una maledizione.»

Quindi, ricapitolando: quattro persone con poteri magici provano a sopravvivere e a salvare un ebreo dal rastrellamento di Roma durante la Seconda Guerra Mondiale con l'aiuto di un gruppo di partigiani uno più storpio dell'altro, senza mai dimenticarsi di fare battute in un dialetto romano stretto quanto lo spazio tra una sardina e l'altra in scatola.

Già, è un film bellissimo.

Bellissimo perché parla di tutto: di diversità, di sangue, di vite, di risate. Parla di come dietro ad ognuno di noi ci sia una storia che ci ha spinto ad essere come siamo ora. Parla di come nessuno nasca cattivo, o buono, o pazzo, o geniale (ok, alcuni forse sì), parla della guerra come non l'abbiamo mai sentita, parla di magia, di amore tra ragazzi, di amicizia e solidarietà. Solidarietà tra persone diverse ma allo stesso tempo simili, perché davanti alla disperazione si diventa tutti uguali, tutti sulla stessa barca. Tutti ugualmente affamati, tutti ugualmente tristi, tutti ugualmente discriminati, chi per l'essere ebreo, chi per l'avere la sindrome di Dawn, chi per possedere dei poteri straordinari che ti rendono automaticamente diverso da tutti gli altri.

Poi tra questi esseri così simili, a volte spunta quella persona che ti dà la speranza. Che non ti volta le spalle, che ti tiene la mano, che ti fa credere ancora un po' nel futuro. Che ti spinge a continuare a vivere, anche se a pranzo hai ricevuto metà pagnotta arrugginita (se le pagnotte possono arrugginire), e a cena un brodino di carciofo risalente all'Anteguerra. La prima guerra, però. Quella persona che ti migliora la giornata, che trasforma le tue lacrime in farfalle, che dà fuoco al tuo sorriso. Che accende la speranza.

"Accende" nel senso letterale della parola, ovviamente. Vero Matilde?

«Noi senza circo semo solo ‘na banda de mostri!»
 

Freaks out

Regista: Gabriele Mainetti

Data di uscita: 28 ottobre 2021

Età adatta: dai 14 anni in su

Durata: 2 ore e 21 minuti

Lo trovi: al cinema

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