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Guerra e amore

Cosa succede se scoppia una guerra e una famiglia si separa? Come si ama durante la guerra? E se la speranza venisse meno?

Ho fatto un'indagine tra molte lettere che ho trovato appartenenti ai parenti di una mia amica. E ho scoperto la risposta alle precedenti domande.

Si può amare al tempo di guerra? Se sì, come? Abbiamo ritrovato delle lettere risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, che si scrivevano due innamorati dal nome Lina e Secondo. Si amavano davvero, ma quando scoppiò la guerra lui dovette andare a combattere, così si iniziarono a scrivere, erano lettere semplici che trattavano di argomenti come il grano e i bambini. Tra le prime lettere, Secondo raccontava che, andando a prendere il giornale per avere informazioni, un generale lo voleva mettere in carcere perché i soldati non potevano sapere e conoscere niente del mondo esterno! Pensate che si giustificò dicendo che doveva portare il giornale al suo comandante. I soldati potevano scrivere poche volte alla settimana e con cartoline minuscole. Non si lamentava di combattere, alla fine delle lettere metteva sempre “... Secondo Taddei - un bacio ai bambini ciao.” Ci abbiamo messo un po’ per decifrare la scrittura, ma ne è valsa la pena. Descriveva il suo amore per lei in piccole poesie o semplici parole, a volte con errori di ortografia, anche perché era abituato a parlare in dialetto: non metteva mai l’H.

“Non vorrei disturbare la sua innocenza da candido giglio”

Nell’ultimo periodo della sua vita, Secondo venne fatto prigioniero e spedito in Africa. Sulle cartoline c’era indicato il numero del prigioniero e la frase “SCRIVERE IN MODO LEGGIBILE”, questo perché non si potevano dare informazioni sul campo di prigionia e la maggior parte delle cose veniva censurata. Nella sua ultima lettera scrive al figlio sperando che gli arrivi per il compleanno e gli racconta che tutto andrà bene e che non deve far arrabbiare la mamma e il nonno, insomma cose semplici. La cosa che mi ha colpita di più, infatti, è come lui non perde mai la speranza di poter ritornare a casa, dà questa opzione come per scontata. Ci vuole coraggio per continuare a sperare e amare anche nelle situazioni più difficili. Anche se poi tutto finisce.

“Non preoccuparti Lina sarò a casa il prossimo Natale bacia i bambini"

Ringrazio molto Manuela Cappi, la nipote dei Taddei, che mi ha permesso di accedere al fantastico mondo di Lina e Secondo.


 

Ricercatrice: Margherita C.

Anno delle lettere: Seconda Guerra Mondiale


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