top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreSara

Molto peggio di morire

Aggiornamento: 5 gen 2022

Una ragazza, una città, un gioco terribile e poi lei, BeBlade, quella che ha visto l'inferno da dietro le palpebre e gli ha riso in faccia. Bebe Vio e la sua squadra in BeBlade.

Mia ha quindici anni e appartiene a quel tipo di famiglia che costituisce il 3% della popolazione mondiale che possiede tanti soldi quanto il restante 97% messo insieme. Ma non è felice. È tremendamente, subordinatamente, straordinariamente triste. Per questo si arrampica sui palazzi: per essere qualcuno. Qualcuno che rischia, qualcuno di attivo, non di passivo. Ma la verità la sa anche lei: non sarà mai nessuno. Sarà sempre l'ombra della matita, collegata in qualche modo al tratto sulla carta, ma mai ne sarà l'artefice. Per questo, quando si presenta l'uomo dal cappello verde, non esita a dirgli di sì. A dire di sì a cosa? Al gioco. A un gioco terribile. Mia si troverà infatti in una città abbandonata, ai margini dell'Universo. Ci sono sette cacciatori, e tante prede. I cacciatori uccidono, le prede muoiono. Ci sono varie istituzioni, tra le prede. Quelli che ubbidiscono a un capo, e che sono tante fotocopie di un'unica persona. Si chiamano i George. Quelli che invece sono dalla parte dei Cacciatori, e li servono. Quelli si chiamano Burattini. E poi ci sono gli altri, quelli liberi. I Funamboli. Uno senza braccio, l'altro ceco, l'altro con una gamba rotta. Ma liberi. Ciò non vuol dire che non obbediscono a nessuno. Ciò vuol dire che il loro capo è la libertà in persona. Si muove su dei pezzi di metallo, il corpo ricoperto da cicatrici. Lo sguardo segnato dal fuoco dell'inferno. Si chiama Bebe, ma la conoscono come BeBlade. È forte, coraggiosa. È la più brava, con il fioretto.

Dalla città non si esce, è quello che dicono tutti. E Mia non ci vuole credere, all'inizio. Pensa che stiano scherzando. Ma loro non scherzano. C'è gente che vive lì da anni, ormai, nessuno ne è mai uscito. Ognuno con la propria storia.

"Cosa ti hanno offerto?", è la domanda più sentita.

"A me una famiglia"

"A me un conto corrente pazzesco"

"A me qualcuno da amare"

"A me una vita sociale"

Le risposte girano sempre intorno a qualcosa che manca, o mancava, o si pensava che mancasse. Una vita, magari. Mia ha chiesto di essere qualcuno. E qualcuno sarà.

Si ritrova nel gruppo di Bebe (sì, Bebe Vio), quello dei Funamboli. E riuscirà finalmente ad avere uno scopo. Quale scopo? Beh, quello di uscire dal gioco. Provare a rompere le regole di un giro dell'oca infernale, di quel circolo vizioso, dove si muore. Dove si muore un sacco.

"E poi che ti hanno detto?"

"Basta che esci dal gioco"

"Basta che sopravvivi"

"Basta che fai quello che ti dicono"

"Basta che riesci a non morire"

Via, andate. Io resto di guardia. Avete due ore, poi la rimetto a mare [la barca]. Se non arrivate in un'altra mezz'ora, riparto. Se siete morti, pace all'anima vostra. Se siete vivi, avete altri due possibili appuntamenti. Al Bordo. Il primo stasera alle sei e il secondo domani all'alba. Se non vi vediamo nemmeno lì, cancelliamo il vostro nome dalla lista della mensa e ci dividiamo la vostra biancheria.

Questo è un libro simile all'inferno. Ci si brucia, ma lo spettacolo è stupendo. Per la prima volta Bebe Vio diventa un personaggio di un romanzo, un romanzo pericoloso, travolgente, impossibile non sentirsi di fianco a Mia, schivando proiettili e restrizioni. È uno dei libri più originali che io abbia mai letto. La magistrale mano che lo ha scritto appartiene a Pierdomenico Baccalario, e devo dire che questo romanzo mi ha stupito non poco, rispetto a quello che pensavo fosse il suo stile. Parole di fuoco, di ghiaccio, crude, senza giri e gironzoli.

La storia di Mia, che farebbe di tutto per sentirsi viva. Anche se, nel gioco in cui entra, più di vivere, si rischia di morire. Anzi, si muore. Si muore un sacco.

Il dolore è tutto. È un'informazione, come tante altre. Hai sete, hai sonno. Hai male. Il dolore serve a dirti qualcosa. Se hai sete, ti dice di bere. Se hai sonno, ti dice di morire. Se soffri, il dolore ti dice di vivere.
 

Bebe Vio e la sua squadra in BeBlade

Autore: Pierdomenico Baccalario Anno di pubblicazione: 2 ottobre 2018 Età adatta: dai 15 anni in su Lunghezza: medio (206 pagine) Casa editrice: Il Battello a Vapore

190 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

1984

bottom of page