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Coraggio

Racconto di Marina, 14 anni

«Esco a fare due passi» perfino la tua stessa voce ti suona strana, stonata.

«Non fare troppo tardi!»

Non rispondi. Non te la senti di mentire a tua madre. Ma non puoi neanche dirle che non tornerai quella sera. E neppure quella dopo. Non tornerai più.

La strada è lunga, se fosse una sera normale prenderesti la moto. Ma non è una sera normale. Quindi cammini, un passo dopo l’altro, sapendo che è l’ultima volta che percorri quella strada, che osservi la luna e le stelle.

Passi per la casa di Addy. La osservi mentre si pettina i capelli, si stende sul letto e legge qualcosa. Non riesci a frenare una lacrima, poi ti mordi il labbro e scappi via. Ormai piangi a dirotto. Non pensavi facesse così male.

E invece.

Ora corri, corri fino al ponte. Sotto, le rocce aguzze non sono mai state così minacciose. Tremante, ti arrampichi sul bordo.

Ci sei quasi.

Tra poco ti lascerai alle spalle ogni cosa. Non dovrai più vivere in un mondo che tanto non ti vuole. Ripensi a tutte le cose belle della tua vita.

E poi decidi che sono solo ricordi e tu ne hai abbastanza. Cerchi per l’ultima volta qualcosa, un futuro a cui guardare con speranza, e di nuovo non trovi niente. Sai che stai per emettere il tuo ultimo respiro. Le rocce non ti fanno paura, dopotutto sei sempre stata coraggiosa.

E poi.

E poi in te scatta qualcosa. Coraggiosa.

Forse è stata quella parola. Quanto coraggio ci vuole a scappare dalla vita? A fuggire? “Una volta che cominci a scappare, non smetti più.”

Chi è che l’aveva detto…?

Lentamente, come se ti costasse uno sforzo immenso, scendi dal bordo. Ripercorri il ponte e torni sulla terra.

E non solo fisicamente. Adesso sei finalmente te stessa. La stessa di sempre. Quella che non teme nulla.

Presa da un nuovo impulso, ti rimetti a correre, questa volta verso casa. Hai fatto la tua scelta. Non ti lascerai sopraffare dalla tristezza. Andrai avanti con più forza di prima. Questo vuol dire essere coraggiosi. Rialzarsi, anche dopo che la vita ti ha picchiato con violenza.

Torni davanti casa, senza fermarti spalanchi la porta e ti ritrovi di fronte tua madre, con un’espressione adirata stampata in faccia.

«Ti avevo detto…»

Ma tu non la ascolti più. Invece, ti lanci tra le sue braccia con il sorriso sulle labbra. Da ora, per sempre, non permetterai alla tristezza di sopraffarti. Mai più. È una promessa.

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