I figli del re. Un libro che parla di guerra, amicizia, passato e ambizione.
Inghilterra, 1940. Humphrey Lockwood, per mettere al sicuro la sua famiglia dalla guerra, decide di allontanare da Londra la moglie Heloise e i due figli Cecily, dodici anni, e Jeremy, quattordici, in campagna, dallo zio Peregrine. Cecily è un po’ triste e impensierita dal fatto che il suo amato papà sia però rimasto a Londra...
[Cecily] Ripensò al momento in cui aveva salutato suo padre, quando gli aveva gettato le braccia al collo. Era successo solo quella mattina, eppure l’addio era già un ricordo logorato dalla preoccupazione. Cecily ricordava di aver pianto, le lacrime che scorrevano lungo le guance... Eppure c’era stato qualcosa di strano. Nel profondo non avrebbe voluto piangere. Lasciare suo padre nella città in pericolo era un pensiero così triste che le lacrime sembravano stranamente canzonatorie.
Ma la ragazza ama la campagna, e, dopo un po’ di riluttanza per essere stata mandata via dalla città, inizia a essere contenta di andare a Heron Hall dallo zio.
Al contrario suo, il fratello Jeremy non è molto felice di andare ad Heron Hall, lui vorrebbe rendersi utile, rimanere a Londra...
- Vorrei che mi avessi lasciato a casa, mamma! Che cosa farò a Heron Hall? E la scuola? Non puoi mandarmi alla scuola del villaggio. Se fossi rimasto a Londra avrei continuato ad andare a scuola. O avrei potuto fare qualcosa... qualcosa... - Cosa? - chiese Cecily. - Qualcosa di utile! - sbottò suo fratello. - C’è la guerra, nel caso non te ne fossi accorta! Invece di essere spedito a nascondermi in campagna come... come un moccioso!”
Viaggiano sul loro stesso treno moltissimi sfollati, e Cecily vuole aiutarne uno ospitandolo in casa dello zio. La mamma non è molto d’accordo inizialmente, ma quando anche Jeremy inizia a insistere (non per aiutare un povero bambino, ma per “Sostenere lo sforzo bellico”, come dice lui), Heloise cede. In fondo, Jeremy è il suo preferito. Così si avvia con Cecily in municipio, dove lascia alla ragazzina il compito di scegliere uno tra i “piantagrane”, come vengono definiti gli sfollati.
- Mamma! – strillò [Cecily]. – Possiamo prendere un bambino? Heloise non fu sorpresa di sentirglielo dire. Sua figlia desiderava portarsi a casa tutti i gattini e i cuccioli randagi che vedeva. L’incontro con un pulcino caduto dal nido voleva dire un intero pomeriggio di lacrime.
Alla ragazzina colpisce una bambina, May.
- Come ti chiami? Quanti anni hai? – [chiese Cecily]. Come se la sua identità fosse cambiata di recente, la bambina guardò l’etichetta. – May Enid Bright. Ho dieci anni.
Le due ragazzine, giocando e girovagando per la grande proprietà dello zio, si imbattono in delle misteriose rovine… e notano due ragazzi un po’ strani che si aggirano lì intorno. E, mentre la guerra infuria non troppo distante da loro, il presente dei ragazzi si intreccia con quello di altri personaggi di una storia raccontata dallo zio. Una storia lontana, di qualche secolo prima, ma attuale. Perché, come dice Peregrine:
-Se questa storia non fosse accaduta, non sarebbero stati il nostro re e la nostra regina a rimettere ordine dopo la bomba, ma due persone del tutto diverse. Se questa storia non fosse accaduta, il nostro re e la nostra regina adesso manderebbero avanti un negozio di animali. Non pensare che la Storia non ti tocchi […]. Il passato vive dappertutto.
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I figli del re
Autrice: Sonya Hartnett
Anno di pubblicazione: 2012
Età adatta: dagli 11 anni
Lunghezza: medio (322)
Casa editrice: Rizzoli
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