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Immagine del redattoreSara

Amori immortali e viaggi tra mondi

Una fata e un mortale. Un mondo crudele e un pianeta tormentato. Una guerra mondiale e un'universo enorme. Ma soprattutto, un amore talmente grande che viene raccontato, sottovoce, in tutte le storie e le favole esistenti. Il favoloso libro di Perle.

C'è un ragazzo, sotto la pioggia. È il 1936, e lui, con i suoi occhi grigi vuoti, tormenta la vetrina della Maison Perle, il negozio di confetti (anche detti toffolette) migliore di tutto il quartiere ebraico di Parigi. Riesco a sentire gli ingranaggi del vostro cervello mentre aggiunge due anni al 1936 e moltiplica il risultato per la parola ebreo. Ma andiamo con ordine: eravamo arrivati al ragazzo sotto la pioggia, che sembra arrivato dal cielo, come tutte le gocce che gli colano dentro il colletto della giacca.

Le toffolette non erano né ebree, né collaborazioniste, né comuniste. Erano del partito dello zucchero.

Vi ci vorrà un po' per capirlo, io stessa, mentre scrivo questa recensione, oscillo incerta, come su un campo minato, cercando di evitare gli spoiler. Vi basti sapere che ci sono più mondi. E in uno di questi, un crudele re dà la caccia al proprio fratello, riduce il suo popolo in polvere e trasforma il suo regno in macerie. Sì, contemporaneamente. Si chiama multitasking. Peccato che questo mondo sia abitato da fate e maghi, arcieri e cavalieri, e che la parola multitasking non esista.

In questo mondo, nasce un amore. Nasce intessuto nella sottile veste di una fata e nel muso ingenuo del suo puma "addomesticato". Sboccia nei passi innocenti di un ragazzo clandestino, nei fili d'erba, nei laghi freddi e negli incendi improvvisi. Cresce nella paura più totale, più profonda, nella ribellione più forte, sempre più crescente, che accomuna una giovane fata e un ragazzo che non sarebbe dovuto esistere.

Si fortifica nei sorrisi dei due, nelle semplici parole, nella gelosia di un altro, nelle frecce che uccidono gli animali e i sogni, nella cenere che soffia, nel vento ululante che la trasporta, nell'aria che canta di un regno passato, di una felicità soppressa. Muore... no, non muore. Il mondo vorrebbe che morisse. Ma questo non è il tipo di amore che può morire. Questo è il tipo di amore che dura per sempre. Che riunisce i destini, disordina l'universo, purché le due metà si ritrovino. Questo amore non appartiene a un tipo, perché è unico, pieno di sangue e sacrifici, pieno di sofferenza, ma anche pieno di un sentimento così puro da far impallidire l'acqua dei laghi ghiacciati.

«Non pensavo che lei fosse sopravvissuto» commentò il dottore con un sorriso. Perle si strinse nelle spalle, un po' imbarazzato.

E poi, la guerra: quando vieni preso dal tuo mondo e scaraventato in un altro, l'ultima cosa che ti aspetti è che la vita nella tua nuova casa verrà nuovamente sconvolta dalla stupidità umana, ingigantita da un centinaio di specchi fasulli, che rompendosi riescono a scatenare i bombardamenti e le battaglie.

Battaglie che però non riusciranno mai a superare l'intensità della lotta interna che ha Iliån, il ragazzo dei due mondi: non conosce neanche la forma del nostro pianeta e a un certo punto il popolo decide che lui è un francese ebreo da perseguitare. Ed è così che si ritroverà nel bel mezzo di un temporale globale, come solo ombrello il desiderio di tornare a casa, e il ricordo del sorriso dell'unica donna che lui abbia mai amato. Donna che, per quanto ne sa, potrebbe essere morta, o peggio ancora, torturata, nell'universo parallelo che lui ha sempre imparato a riconoscere come casa e che ora gli è stato strappato via.

Ma lui ha a malapena quindici anni, una porta chiusa sbattuta in faccia e un'altra spalancata su un mondo strano, pieno di difficoltà e opportunità, che gli insegnerà a camminare su una terra di cui non sapeva niente, lasciandogli come ricordo non solo un sentiero accidentato, ma anche il sorriso fiero di una madre, il sapore dolce di un confetto, la mano forte di un amico e il camino caldo di una famiglia che lo accoglierà in casa senza chiedere nulla in cambio.

Ed è così che Iliån vivrà la sua vita a metà sotto l'ombra del ricordo attanagliante dell'amore per la sua musa e a metà sempre in movimento, pronto ad affrontare la guerra e un viaggio eterno per tornare da lei.

Siamo tutti uguali. Le storie ci inventano.

Un libro favoloso, che scivola sulla pelle come acqua fresca, che con una folata di vento ci chiude le palpebre e ci riporta per un attimo a prima che tutto il mondo iniziasse a pesarci sulle spalle, a prima che le responsabilità iniziassero ad accavallarsi sullo stomaco, a quando il nostro cuore era ancora un semplice organo palpitante, pronto ad essere riempito. Un romanzo toccante, anche se un po' disordinato all'inizio (io ho iniziato a capirci qualcosa verso il decimo capitolo), una storia d'amore sfilacciata ma tenuta insieme da un'ultimo scampolo di filo resistente come l'acciaio, un sentimento che attraversa i mondi e le incertezze, e un'unica, perfetta, sicura, certezza:

Le storie non fanno rivivere i morti, ma rendono immortali i loro amori.

Ah, PS: "Perle" è un cognome ;) .

 

Il favoloso libro di Perle Autore: Timothée de Fombelle Data di prima pubblicazione: 5 settembre 2017 Età adatta: dai 12 anni in su Lunghezza: lungo (346 pagine ) Casa editrice: Mondadori

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