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  • Immagine del redattoreSara

Una piccola guerra e una un po' più grande

Aggiornamento: 3 gen 2021

La guerra dei bottoni durante la seconda guerra mondiale: non è il massimo, vero? Una storia commovente, di amicizia e orgoglio, che ci fa capire una cosa: il razzismo è una brutta storia.




In un paesino di campagna francese c’è una guerra in corso: la battaglia tra i ragazzi di Longeverne e quelli di Velrans. Si tratta di una lotta dei bottoni: non ci sono prigionieri di guerra, ma malcapitati a cui si rubano tutti i bottoni e gli sfortunati ritornano a casa in mutande, rassegnati nell’attesa della punizione familiare.


Lebrac (il capo) e il suo “esercito”, sembrano averla alla peggio nella lotta, infatti i loro avversari sono molto più numerosi. Ma tutto cambia quando arriva Violet, una ragazzina “trasferita”, che sembra fare strage di cuori di tutti i ragazzi a cui passa davanti. E tra questi ragazzi, ovviamente, c’è anche Lebrac, bravo a lottare ma un po’ meno a studiare.

Sembra non avere speranza con lei, quando finalmente Violet gli concede parola e gli dona un piccolo libro sulle guerre puniche. Vi sembrerà un insignificante particolare, ma non è affatto così! Infatti, grazie alla tecnica di assalto dei Punici, Lebrac e la sua banda riescono finalmente a sconfiggere i Velrans.


Il problema è che, durante questa terribile guerra dei bottoni, c’è anche un’altra guerra leggermente più grande: la seconda guerra mondiale. Ovviamente, in un paesino piccolo come quello, i casi di deportazione non erano molti: alcuni ragazzi non avevano neanche mai visto un ebreo! Però, con l’arrivo di Violet, le cose cambiano drasticamente. Infatti, quella che tutti credevano “Violet”, si chiama invece “Miriam” e quella che tutti credevano si fosse appena trasferita dalla Bretagna, in realtà è un’ebrea proveniente da Berlino (o da Parigi?). Dopo però che un ragazzo dei Longeverne tradisci i compagni e fa distruggere la loro sede incendiandola, viene a galla, in un modo o nell’altro, che Violet è ebrea.

Fortunatamente, però, gli abitanti del paese si danno da fare. Sotto un sistema di coperture, Miriam riesce a scappare e a salvarsi.

Una storia commovente, che ti fa capire come si rispecchiano gli aspetti della guerra dei bottoni nella seconda guerra mondiale, e ci insegna che la guerra non si deve fare neanche per scherzo, nemmeno se si vogliono conquistare solo bottoni.

Ah. E soprattutto insegna che il razzismo è una brutta storia.



 

La guerra dei bottoni

Anno di pubblicazione: 2011

Età adatta: dai 11 ai 15 anni, anche per gli adulti

Durata: media (1 ora e 33 minuti)

Casa di distribuzione:


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