Un giallo, un libro storico, un romanzo al femminile. Una voce dal lago annulla i confini tra i generi.
Mattie è una ragazza semplice, nell’America degli inizi del Novecento, se non fosse che ha un sogno particolare: vuole diventare una scrittrice. Per noi oggi non è una gran cosa: ma nel 1906, con tre sorelle a cui badare essendo la più grande della famiglia, dopo che la madre è morta e il fratello se n’è andato, è un sogno quasi impossibile da realizzare. Lei la stoffa della scrittrice ce l’ha proprio: ha persino un rituale, quello della parola del giorno. In pratica lei apre il dizionario e sceglie una parola che non conosce, ne impara il significato e prova ad usarla in una frase. Possono capitarle delle belle parole, cioè con una bella risonanza o con un bel significato, come "esangue" o "soporifero", oppure può essere più sfortunata, come nel caso delle parole "fetente" e "facocero". La sua vita è composta dalla scuola, con gli amici e la brava signorina Wilcox. Dal lavoro nella fattoria, che comprende arare il campo: sempre se Pleasant, il mulo, che è tutt’altro che piacevole o simpatico acconsente (pleasant, in inglese, significa proprio questo: piacevole, simpatico), è favorevole all'attività. Ma anche da gare di parole con il suo amico Weaver, le chiacchierate con Minnie, la sua migliore amica, e gli incontri con Royal Loomis, il ragazzo più bello del paese, che la corteggia. Ma non bisogna dimenticare che le piace anche fare dei giri alla barca dei sottaceti, dove può anche prendere in prestito dei libri, e, soprattutto, scrivere racconti. Vorrebbe moltissimo andare al Barnard College a New York, ma non sa dove trovare i soldi per il viaggio e i libri di testo, poiché suo padre (più scontroso che mai dopo la perdita della moglie e la partenza del figlio), non vuole lasciarla andare a fare un lavoro estivo in un albergo, o da qualsiasi altra parte. Sostiene che ha bisogno di lei per mandare avanti la fattoria. I suoi zii si rifiutano di darle dei soldi, anche se ne avrebbero a bizzeffe.
”Ti sbagli, zia Josie” pensai. “Non è orgoglio quello che provo. È un altro peccato. Il peccato peggiore di tutti, perché gli altri sono immediati, violenti e impetuosi. Ma questo è un peccato che ti entra dentro e ti divora piano piano. È l’Ottavo Peccato Capitale. Quello di cui Dio si è dimenticato. La Speranza.”
Per una serie di fatti, alla fine l’estate si ritrova a lavorare al Glenmore, un prestigioso albergo. Però presto lì succede una tragedia: una ragazza è stata ritrovata morta, nel lago. Con un orribile taglio sulla fronte. Ma è un omicidio? Un incidente? O magari un suicidio? La ragazza, Grace Brown, è la stessa che ha consegnato a Mattie alcune lettere, e le ha chiesto di bruciarle. Delle lettere indirizzate a Chester Gillette, 17 Main Street, Cortland, New York. Peccato però che la stanza dell’albergo dell’uomo insieme a Grace sia a nome di Carl Grahm. E che lui non sia stato ritrovato insieme alla ragazza. Il mistero continua a infittirsi mentre Mattie legge la corrispondenza tra Grace e questo Chester. Riuscirà a vederci più chiaro in questa faccenda?
La trama è “a salti”, Mattie spiega la sua estate al Glenmore alternandola a momenti vissuti a casa sua. Questo bellissimo libro si sta contendendo il primo posto nella classifica dei miei libri preferiti insieme a “La strada nell’ombra”, un fantastico libro scritto dalla stessa bravissima autrice: Jennifer Donnelly.
Tutto questo a suon di bugie, campi da arare, tavoli da servire e promesse non mantenute.
Soprattutto promesse non mantenute. Quindi state attenti, perché...
Se non si mantiene una promessa fatta a qualcuno che poi muore, quello ti tormenta per sempre. Mantieni la promessa, e sarai ugualmente tormentata.
Una voce dal lago
Autrice: Jennifer Donnelly
Prima pubblicazione: 25 marzo 2003
Età adatta: dai 12 anni
Lunghezza: lungo (324 pagine)
Casa editrice: Mondadori
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