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La rivoluzione di Vittoria, secondo posto

Vittoria, 14 anni

Mi sveglio una mattina. Sembra un giorno come gli altri. Mi alzo e vado ad aprire il balcone della mia camera. Il cielo è azzurro, l'aria pulita, gli uccelli cinguettano allegri. Vedo passare diverse coppie sotto la mia finestra, alcune composte da un uomo e una donna, alcune da due uomini, alcune da due donne. Nessuno (stranamente, e finalmente) sembra farci caso, nessuno viene giudicato in base alla persona che ama. Sorrido e chiudo la finestra. Sono contenta di quello che ho appena visto. Sento che il mondo sta finalmente iniziando a cambiare.

Mi sveglio sorridendo. "È stato solo un sogno", penso, e mi rattristo. Non riesco a capire perché la gente continui a giudicare gli altri in base alla persona amata. Però, nonostante io sia un po' infastidita, penso che potrei trasformare la mia rabbia in determinazione. Perché, come disse una volta Tommy Lasorda, la differenza tra l'impossibile e il possibile sta nella determinazione dell'individuo. Nel mio piccolo voglio cercare di cambiare qualcosa. Se riuscissi a far cambiare idea anche solo a una persona, mi sentirei realizzata, perché poi questa persona a sua volta potrebbe far cambiare idea ad un'altra, e così via. Immagino come potrebbe cambiare il mondo, come potrebbe scomparire un po' d'odio dalle nostre menti e dai nostri cuori. Sono consapevole del fatto che non è un'impresa semplice, ma ci voglio almeno provare. Ci devo provare. Per tutte le persone insultate, disprezzate, umiliate e derise. Perché viviamo in una società dove ogni persona diversa dalla massa viene definita uno scarto. Perché la diversità non è apprezzata e valorizzata, ma discriminata e disprezzata. Per questo io ci devo provare. E so di non essere l'unica a volerlo fare.

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