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Laura Conti

Aggiornamento: 25 apr 2021

Pensiamo a una donna ambientalista. Ci vengono in mente Greta Thunberg e poche altre. Qualcuno conosce il nome di Laura Conti? Ne dubito. Eppure fu lei ad aprire la strada. #donneperstrada

Non la conosce nessuno. Rimane impigliata tra le pagine della Storia, una Storia che non aveva mai previsto al proprio interno la presenza di una banale bimba udinese con una banale famiglia udinese. E invece.

Laura Conti nasce quasi esattamente cento anni fa, il 31 marzo 1921, ma i suoi ideali sono gli stessi contemporanei. Perché sarà proprio lei ad avvertire qualcosa. Qualcosa di terribilmente vero. In poche parole, che il mondo non ce la fa più a sopportare fabbriche, gas, fumo. Che è stanco di tutta la distruzione che l'umanità sembra distribuire dappertutto. E immaginatevi un'Italia in pieno progresso, illuminata dalla luce elettrica solo in parte, che è abituata ad automobili lente e che ambisce ad automobili veloci, che sta scoprendo l'uso della plastica, che commercia petrolio. Un'Italia piena di sogni legati solo ed unicamente alla scoperta di nuovi modi, più veloci, facili, sicuri, precisi. Ma non più sostenibili. Solo che allora non si percepiva minimamente tutto ciò. La natura era utilissima, per carità, ma era meglio sfruttarla che rispettarla. E, purtroppo, la situazione oggi non è troppo diversa.

Laura non nasce con microscopio e volume d'ecologia in mano. Prima vivrà tantissimi altri eventi. Una cosa però sembra esserle scritta nel sangue: la voglia di cambiare il mondo. Quella non le viene durante la carriera politica, bensì fin da quando è adolescente sente il dovere di difendere la terra. E non solo attraverso l'ambientalismo.

Nata ad Udine, si trasferisce a Trieste, Verona e infine Milano, dove si laurea in Medicina. Presto inizierà la Seconda Guerra Mondiale, e lei se ne starà tutt'altro che con le mani in mano. Nel 1944, appena ventenne, entra nel Fronte della gioventù per l'indipendenza nazionale e per la libertà di Eugenio Curiel, un partigiano e fisico italiano. Il suo compito è arduo: cercare di coinvolgere il maggior numero di militari giovani nella lotta partigiana. Talmente arduo che verrà arrestata e spedita nel Campo di transito di Bolzano, dove i Nazisti internavano ebrei, omosessuali, insomma tutti quelli considerati "imperfetti". E i prigionieri politici, come lei. Laura assaggerà il dolore dei campi di concentramento. Eppure non si farà fermare neanche dal filo spinato. Neanche dalle urla in tedesco. Neanche dagli sguardi ostili. Laura nel campo farà in tempo ad innamorarsi e a scrivere un articolo. Che non riguarda il fai da te casalingo, bensì la vita nel lager, il dolore che distrugge dentro, le grida nella notte.

Scriviamo, collettivamente, un articolo sulla vita del lager, lo mandiamo al CLN di Bolzano, che lo inoltra. L'articolo ha un grande successo: viene pubblicato sull'Avanti! clandestino di Milano, dalla Libera stampa di Lugano, e viene trasmesso a Radio Londra: lo veniamo a sapere da una guardiana, che furibonda vuol sapere chi lo ha scritto, ma soprattutto, come abbiamo fatto a farlo arrivare a Londra. Non osa picchiarci, però: tanto la sgomenta questo misterioso potere che possediamo, di comunicare con Londra, noi internate!

Dalla Resistenza all'ambientalismo, è la frase più sentita quando si parla di lei (raramente). Ed è proprio così. Dopo la guerra, la sua voglia di lottare non si è esaurita, anzi, capisce ancora una volta che il mondo deve essere cambiato. Ma da un altro punto di vista. Rimane Comunista, rimane donna, ma diventa ecologista. Nel 1976 interviene vicino a Milano quando, da una bacchetta magica chiamata stabilimento industriale, si sprigiona una nube fatata di una sostanza tossica e pericolosa: la diossina. Tutto diventa molto meno mistico. Soprattutto per gli abitanti di Seveso, il primo paesino avvolto da quello scialle di discordia. E non è finita qui: tutti le assemblee dove si discute dell'argomento, formate da baffi bianchi e smoking, tendono a sminuire la situazione. Ma Laura sa che non è leggera la questione. E riesce a convincere anche gli altri.


Finalmente, dopo tutto ciò, in Italia si inizia a parlare di questo nemico che inizia con "I" e finisce con "nquinamento". E una delle maggiori rappresentanti che lo combatte sapete come si chiama? Inizia con "L" e finisce con "aura Conti". Proprio lei. Che si batte contro l'industrializzazione eccessiva, contro tutto ciò che secondo dopo secondo macina il tempo che ci rimane per poter fare ancora qualcosa e non morire tutti tra pochi anni.

E ci riesce? Beh, fa collassare un referendum, scrive 26 libri, dà voce al popolo, diventa la madre dell'ecologismo italiano.

Sì, direi che ci riesce.

A tenermi lontana dal cattolicesimo è soprattutto questo, la negazione dell’unità del mondo vivente nel suo insieme, in nome di un rapporto con Dio che lo divide: di qua l’Uomo e di là il Resto.
 

Laura Conti

Data e luogo di nascita: 31 marzo 1921, Udine

Data e luogo di morte: 25 maggio 1993, Milano

Professione: medico, ambientalista, politica e scrittrice

Nazionalità: Italiana

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